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giovedì 27 aprile 2017

PAOLO SCIRPA / La luce della forma


PAOLO SCIRPA
La forma della luce, la luce della forma
a cura di Marco Meneguzzo

 30 aprile – 25 giugno 2017

Opening 29 aprile, ore 19.00
Fabbriche Chiaramontane, piazza San Francesco 1, Agrigento




“La mia ombra sospesa dentro un Ludoscopio”
(di G. Bonanno –  Poema Visivo   dedicato a Paolo Scirpa)


Con.

gli occhi

rimango sospeso

a scrutare

incantato

l’ombra

del

nulla,

avido attraverso

spazi insostanziali a me ignoti,

cerco nel non luogo

di aggrapparmi a brandelli di luce.

Il viaggio tra incertezza e transitorietà

si fa ora insostenibile.

Come una dinamo la mia essenza volubile

si frantuma e si compenetra nel vuoto.

Ormai sono solo luce

e accadimento incessante,

frammento in volo

e anche energia sospesa.

Nel silenzio

più assorto

e inquieto

scopro

stupito

di esserci

ancora.

Giovanni Bonanno © 2010




Percorsi comunicanti, 1987


La rassegna dedicata a Paolo Scirpa (Siracusa, 1934) rappresenta un punto importante nell’analisi dell’arte degli artisti siciliani, condotta ormai da anni dalle Fabbriche Chiaramontane e dagli Amici della Pittura dell’Ottocento. Scirpa infatti è una singolare figura di innovatore linguistico, che solo da poco sta ricevendo il giusto riconoscimento della sua attività, legata all’indagine sulla luce, attraverso l’uso magistrale del neon.
Dal 1972 – anno del suo primo “Ludoscopio”, titolo col quale l’artista indica le sue opere luminose – Scirpa ha lavorato con la luce e sulla luce: la sua indagine, infatti, articolatasi anche in molti progetti ambientali, non è un’indagine puramente ottico-percettiva, ma piuttosto idealistica, quasi misticheggiante. Questo intento pare contrastare con l’aspetto inevitabilmente e volutamente tecnologico degli oggetti-scultura che l’artista costruisce, e che creano infiniti giochi e “illusioni” luminose. Non a caso il curatore della mostra Marco Meneguzzo nel suo saggio insiste sull’aspetto trascendentale del concetto di luce: “… una circonferenza, un quadrato, un triangolo … sono queste le forme che Scirpa dà alla luce, e viene naturale associ are la purezza delle forme e lo sfolgorio della luce all’”idea”, a quel primo motore da cui derivano tutte le cose. Non è una questione intellettuale, non occorre conoscere Platone per associare la forma alla luce, queste forme pure alla luce, e trasformare la luminosità fisica in splendore simbolico: la forma della luce, l’atto meccanico di piegare il tubicino di vetro riempito di neon sino a dargli la forma voluta, trascende questa fisicità e diventa sostanza immateriale, diventa la luce della forma, cioè la “chiarezza” universale delle forme geometriche unite alla luminosità che da loro emana. Chiarezza, luminosità, splendore sono termini solo apparentemente vaghi – oppure sono vaghi per chi tratti la luce solo come frequenza elettromagnetica -, perché di fatto parlano dell’aspetto trascendente della luce, come Platone, appunto, parlava delle idee, o come i filosofi e i teologi medievali (che allora erano la stessa cosa) parlavano di “ottica” …”.
In mostra sono presenti molti lavori recenti, un’installazione composta da più lavori a parete e a terra, e moltissimi progetti ambientali (quasi della “fantasie” piranesiane sull’inserimento di elementi luminosi all’interno di siti storici e di luoghi famosi), in un allestimento fortemente dinamico e spettacolare.
Il catalogo bilingue italiano e inglese, edito da Medusa, contiene un saggio del curatore Marco Meneguzzo, una biografia raccontata dell’artista, e un cospicuo apparato d’illustrazioni delle opere dell’artista.



Alternativa ludovisiva. Progetto d’intervento n. 251, 1994. 
Fotomontaggio. Arco della pace, Milano


Paolo Scirpa vive e lavora a Milano. Dagli anni '70 la sua ricerca si orienta verso una dimensione in cui luce e spazio divengono protagonisti spettacolari. Servendosi di tubi luminosi e specchi, l’artista rappresenta la luce “ideale” cioè l’idea dell’infinito con i Ludoscopi che propongono la percezione di profondità fittizie. Realizza grandi opere di denuncia consumistica - tra le quali Megalopoli consumistica del '72 -, delle installazioni e delle pitture, rappresentazione bidimensionale dei Ludoscopi. Negli anni ‘80 sviluppa gli interventi progettuali inserendo le sue voragini luminose in architetture e ambienti di grande prestigio. Sue opere sono in collezioni e musei: a Milano, Museo del Novecento, Biblioteca Accademia Belle Arti di Brera, MAPP; a Gallarate, MAGA; presso la VAF-Stiftung del MART di Trento e Rovereto; a Roma, GNAM e Collezione Farnesina; a Gibellina, Museo Civico; a Bagheria, Museum; a Agrigento, Fabbriche Chiaramontane; a Waldenbuch, Museum Ritter e a Caen, Musée des Beaux-Arts. É stato docente all’Accademia di Belle Arti di Brera.

Fabbriche Chiaramontane
Piazza San Francesco 1, Agrigento
Dal martedì alla domenica dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle ore 16.00 alle 20.00
Lunedì chiuso
Tel. 0922.29929




venerdì 29 luglio 2016

L'ARTE IN SICILIA NEGLI ANNI SETTANTA



L'arte in Sicilia negli anni settanta

Mostra Arte in Sicilia negli anni "settanta" alle Fabbriche Chiaramontane di Agrigento, 
Piazza San Francesco 1, dal 29 luglio al 25 settembre 2016.    
Vernissage  venerdi 29 ore 19.



Questa raccolta di opere, di artisti, che hanno determinato il clima culturale e il carattere di quelli Anni ‘”Settanta” del Novecento in Sicilia, vuole essere come lo still life, parziale ma eloquente, di un’azione vitale che si è svolta in un tempo ormai lontano e oggi ritorna nei tanti frammenti sospesi che acquisiscono il valore della ricerca, dell’effrazione, di un anticonformismo attivo ed autentico, di intelligenze e personalità ricettive e originali, alcune di queste ancora oggi presenti e operanti, con una certa continuità evolutiva, nello scenario artistico siciliano e nazionale, altre oscurate, se non mortificate, da una distrazione colpevole e superficiale, altre ancora sospese dalla morte nel gesto vitale di una creatività che sarebbe stata ancora capace di dare i suoi frutti nel nostro presente.

Eppure, ancora non era stato pensato in Sicilia (ne’ a Palermo, ne’ a Catania, aree maggiormente interessate dai fenomeni dell’arte) un tentativo come quello oggi proposto alle Fabbriche Chiaramontane che indicano, così, un percorso consapevole di non essere esauriente ma certo che esso vada proseguito, approfondito, valorizzato, pensando in futuro di estendere questa ricerca persino agli anni “Ottanta”, anch'essi trascurati dalle istituzioni culturali e non ancora affrontati dagli storici dell’arte siciliana.
È così che da una ricerca dell’Associazione, nutrita dal confronto con altre figure di esperti e appassionati della materia, nasce questa esposizione che delinea uno scenario creativo che si avvale delle opere di:
Gaetano Testa, Nino Titone, Giacomo Baragli, Francesco Carbone, Tino Signorini, Gigi Martorelli, Mario Pecoraino, Tano Brancato, Antonio Brancato, Enzo Indaco, Antonio Freiles, Michele Canzoneri, Ferdinando Valentino, Guido Colli, Nicolò D'Alessandro, Toti Garraffa, Enzo Patti, Mario Vitale, Ninni Sacco, Rosario Bruno, Gai Candido, Franco Cilia, Gino Cilio, Silvio Guardi, Carlo Lauricella, Giovanni Leto, Vincenzo Nucci, Alfredo Romano, Lillo Rizzo, Franco Spena, Giusto Sucato, Gaetano Lo Manto.