Visualizzazione post con etichetta Nicola Pedana. Mostra tutti i post
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venerdì 19 aprile 2024

Da Nicola Pedana a Caserta “Motto”, mostra personale dell'artista californiano Kyle Austin Dunn.

 

 


Kyle Austin Dunn

“Motto”

Opening 27 aprile ore 18.00

Dal 28 aprile al 22 giugno 2024

Galleria Nicola Pedana, Caserta, Italia

 


 

La galleria Nicola Pedana è lieta di presentare “Motto”, prima mostra personale europea del giovane artista californiano Kyle Austin Dunn.

 

Kyle Austin Dunn, Chamber, acrilico su tela, 86x86 cm 2022


Con il termine “motto” generalmente si intende, sia nella lingua inglese che in quella italiana, una parola o un termine che viene collettivamente e socialmente riconosciuto e condiviso da un gruppo di individui. La storia nel corso del suo tempo ha fornito svariate parole con le quali si sono racchiusi concetti, ideologie e pensieri. Esse hanno avuto un’importanza tale nella vita delle persone che sono state fonte di ispirazione e dalle quali si sono fatte condurre. Da questo concetto prende forma l’opera dell’artista che attraverso la sua poetica, permette di esplorare in modo più approfondito l'essenza stessa del concetto di "motto" e di come esso possa influenzare e guidare l'individuo.

I suoi dipinti sono caratterizzati da una vibrante energia e una profonda ricerca di equilibrio tra forma e colore. Le linee che si intrecciano e si sovrappongono creano un'intensa varietà di tonalità e forme, che si fondono in un armonioso insieme tridimensionale. L’ artista opera sulla tela come una macchina precisa e meditata, sviluppando per ogni linea un criterio, una dimensione che vive in relazione alle altre. Il risultato è estremamente ottico, distopico e illusionistico. Come onde, vibrazioni e drappeggi la cui composizione sembra muoversi sotto il nostro sguardo. Attraverso la sua espressione artistica, riesce a trasmettere un senso di universalità e condivisione delle esperienze umane, grazie alla capacità di creare un linguaggio visivo comune che parla direttamente al cuore e alla mente dello spettatore. Come il motto, le forme realizzate dell’artista si fanno espressione di un qualcosa di collettivo; lo sguardo così si omologa nell’atto interpretativo e sensoriale, indipendentemente dal punto di vista prospettico.

Kyle Austin Dunn si conferma così come un talento emergente nel panorama artistico contemporaneo, capace di trasformare concetti astratti in opere visive coinvolgenti e suggestive.

La mostra pensata e progettata per gli spazi della galleria, si presenta come un fiume di colori, linee e forme in cui ognuno può trovare il proprio spirito guida, il proprio motto.

 

 

 Kyle Austin Dunn, “Stream of Constants”, Acrilici su tela, 152x183 cm, 2024 

 

 

 

 


 

Kyle Austin Dunn (b. 1987, Daytona Beach) is a visual artist based in Oakland, California. Dunn works primarily in painting and sculpture. He has shown works at First Amendment Gallery in San Francisco, CA, Circuit 12 Gallery in Dallas, TX, Hap Gallery in Portland, OR, Headlands Center for the Arts in Sausalito, CA, Pro Arts Gallery in Oakland, CA, and SCOPE Art Fair in Miami, FL. He earned an MFA from the University of California at Davis in 2012 and a BFA from the University of Florida in 2010. He is creatively inspired by the enigmatic influences that guide our conditioning.

 

Kyle Austin Dunn (né en 1987, Daytona Beach) est un artiste visuel basé à Oakland, Californie. Dunn travaille principalement en peinture et en sculpture. Il a exposé ses œuvres à la First Amendment Gallery à San Francisco, CA, Circuit 12 Gallery à Dallas, TX, Hap Gallery à Portland, OR, Headlands Center for the Arts à Sausalito, CA, Pro Arts Gallery à Oakland, CA, ainsi qu’à la foire SCOPE Art Fair à Miami, FL. Il obtient une maîtrise en beaux-arts de l'Université de Californie à Davis en 2012 et un baccalauréat en beaux-arts de l'Université de Floride en 2010. Kyle joue de manière créative avec les influences énigmatiques qui guident notre conditionnement.



Galleria Nicola Pedana

P.zza Matteotti 60 81100 Caserta IT

Phone: +39 0823 32 26 38

Mobile: + 39 392 67 93 401

 

 

Evento segnalato da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno

martedì 7 giugno 2022

Vincenzo Rusciano / METAL NOVEL / Chiesa di San Giuseppe delle Scalze, Napoli.

 



Vincenzo Rusciano
Metal Novel

opening sabato 28 maggio 2022 - ore 11.00
 

testo critico di Alessandra Troncone

Chiesa di San Giuseppe delle Scalze

Salita Pontecorvo 65, Napoli 



 

Inaugura sabato 28 maggio alle ore 11.00 la mostra personale di Vincenzo Rusciano dal titolo Metal Novel presso la Chiesa di San Giuseppe delle Scalze a Pontecorvo, Napoli. La mostra è realizzata sotto il Matronato della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee 2022 ed è accompagnata da un catalogo con testo critico di Alessandra Troncone, edito da Iemme edizioni.

“Strutture da cantiere che rimandano a equilibri precari sono al centro di questa nuova serie di lavori che viene presentata nel contesto della Chiesa di San Giuseppe delle Scalze a Pontecorvo, dove proprio l’interferenza tra antico e contemporaneo ha già dato vita ad affascinanti sinergie. Tre strutture rimarcano questa relazione, fungendo da cornici di altrettanti racconti. Sono costruzioni mutuate da contesti diversi: un trabattello, un traliccio di quelli usati per gli spettacoli temporanei, un treppiedi da restauro. Le loro linee contornano elementi in sospensione alternati ad altri posizionati su estensioni metalliche. Manometri da cantiere, una volta tintinnanti nel registrare l’operazione di drenaggio d’acqua, appaiono come orologi dalle lancette immobili, segno di un tempo che si è fermato. Ed è così che prende vita il romanzo di metallo che dà il titolo a questa mostra: come note su un pentagramma dalla lucentezza metallica, come segni su uno spartito che si sviluppa nello spazio, i suoi elementi si dispongono a raccontare una storia materiale e immateriale”. [Testo di Alessandra Troncone estratto dal catalogo edito per l’occasione da Iemme Edizioni].




 



Vincenzo Rusciano

Metal Novel

opening sabato 28 maggio 2022 ore 11.00

Chiesa di San Giuseppe delle Scalze

Salita Pontecorvo 65, Napoli

fino al 4 giugno 2022 su appuntamento


7 luglio 2022 presentazione del catalogo presso

la Galleria Nicola Pedana, Caserta gallerianicolapedana@gmail.com  


Evento segnalato da Archivio Ophen Virtual Art di Salerno


lunedì 17 maggio 2021

HYPERBOLE I Galleria Nicola Pedana - Caserta

 

Hyperbole | Galleria Nicola Pedana













La galleria Nicola Pedana presenta la mostra collettiva “Hyperbole” a cura di Domenico de Chirico, venerdì 30 aprile presso gli spazi della galleria sita in P.zza Matteotti 60 Caserta.

Gli artisti in mostra : Arno Beck, Francesco Cima, Ivano Troisi, Krzysztof Grzybacz, Sabrina Casadei, Virginia Russolo e Tommy Camerno.

Si spingono oltre, eccedono ed estremizzano ai massimi livelli l’eco artistico dando così origine a qualcosa di intenzionalmente incredibile. Come è ben noto a tutti, l’iperbole, dal greco antico περβολή, hyperbol, «eccesso», è una figura retorica che consiste nell’esagerare la descrizione della realtà tramite espressioni che l’amplifichino: non si tratta infatti di un’alterazione della realtà al fine di ingannare ma, al contrario, di un’enfatizzazione di essa allo scopo di dare maggiore credibilità al messaggio in questione. Tale approccio metodologico, utilizzato nello studio della visione della realtà nel suo insieme, costituisce una trama indefinibilmente lunga che percorre e ripercorre i sentieri tortuosi e frastagliati disposti dalle opere presenti in mostra. L’indefinibilità dimensionale di questo labirintico filo coincide con la sua trasparenza: la realtà è a tal punto scandagliata, rivoltata, ampliata e decodificata da far sì che scaturisca il famigerato dubbio iperbolico, un dubbio che, come avviene per l’iperbole, si spinge fino all’infinito. Ci ritroviamo, così, di fronte a visioni sussurrate, eremi estetici che, seppur sussistenti grazie ad un’unica e irripetibile metafisica interna, accennano a quel detto insito in ogni singola particella del reale.







Hyperbole

Mostra collettiva | 3 maggio – 5 giugno 2021 Galleria Nicola Pedana P.zza Matteotti 60 Caserta
Opening venerdì 30 aprile h. 14/19 e 1-2 maggio h. 11/19
Info e contatti www.nicolapedana.com


lunedì 22 luglio 2019

Sabrina Casadei, Montefantasma - Galleria Nicola Pedana Caserta.








Finissage:

Fino  al  20. 07. 2019
Sabrina Casadei – Montefantasma
Galleria Nicola Pedana, Caserta



Montefantasma, presente alla Galleria Nicola Pedana a Caserta è un ciclo di lavoro inedito  di Sabrina Casadei  con dipinti e installazioni di medio e grande formato avviato durante la recente residenza nel centro artistico NES di Skagaströnd in Islanda. L’artista romana  attratta da sempre dal paesaggio ci restituisce una visione  fantastica e nel contempo inquietante  nella quale la dimensione spaziale si condensa in un insolito universo di presenze come sedimentazioni,  concrezioni organiche, frane improvvise, smottamenti del terreno  e anche esplosioni  telluriche e cosmiche. Paesaggi che mutano continuamente nella realtà e nello sguardo  attento dell’artista.  Una  realtà essenzialmente provvisoria, visionaria, declinata attraverso dissonanze cromatiche atte a modificarsi  e rinnovarsi   nel tempo sotto l’impulso plurimo e regressivo dell’uomo in  apparenze e suggestioni sempre più inconsuete. Dopo tutto, nulla può essere più come prima. Si direbbe un mondo lacerato, trascorrente, in continuo movimento, definito  nella sua precaria essenzialità con una pittura ricercata e preziosa caratterizzata dal contrasto di note fredde e temi caldi di colore  come fossero flussi d'aria  e respiri in equilibrio precario, e altresì, da una materia greve e acida sovversiva di un ordine prestabilito dato di consueto come realtà  immutabile. La  pittura che ci propone   è il resoconto esatto della descrizione psichica del paesaggio, di una realtà immaginata più che vista capace di  coinvolgere lo spettatore a relazionarsi direttamente nello spazio dell’immaginario alla ricerca di una personale esperienza emotiva e partecipativa. Montefantasma è dunque il racconto mentale di terre appena emerse e già mutate, di paesaggi mentali, di flussi e innesti nati dalla relazione profonda e oscura  fra il corpo dell’uomo  e il territorio, tra la percezione della natura e  la soggettiva  ricerca dell’infinito e di una verità possibile.

Nighttime, mixed media on canvas, 148x112 cm, 2019

Stalattiti, mixed media on canvas, 40x60 cm, 2019

Una riflessione profonda a tutto campo su concetti come verità e illusione che vengono rivelati dall'artista sotto forma di “paesaggi immaginati”,  dei “non luoghi” ricreati dalla memoria dell’artista a rimanere solo frammenti  trascorrenti di presenze emerse nel disagio e nella tragedia collettiva della condizione umana. I non luoghi  non sono altro che spazi di anonimato  privi di identità, senza più memoria, in cui si collezionano  singolari solitudini. La stessa Casadei annota: «Ho bisogno di possedere i luoghi, che siano reali o immaginati, che poi diventano qualcos'altro nella mia mente. Devo costruire una relazione con loro, interagire e instaurare una certa confidenza». Questa volta nella sua pittura  è l'uomo a lasciare traccia provvisoria di se nel paesaggio, una traccia sottile e inquieta che diventa movimento, appartenenza al luogo e  alla natura stessa, e  soprattutto,  viaggio alla ricerca di un’identità, di un tempo frammentato dominato dall'incertezza e dall'indifferenza totale.  Casadei, ha questa insolita capacità di raccontarci la  verità interiore in cui è racchiuso il mistero dell’esistenza e la fantasia dell’anima. Una sorta d’inquietudine sottile e di  disorientamento  di un infinito mutante, a volte cupo e a volte fantastico, accoglie il visitatore trasportandolo nelle paludi incolte e nei luoghi misteriosi dei pensieri dove nascono i sogni, con l’intendo di farci partecipi delle intenzioni vere  e destabilizzanti  della natura e del suo potere occulto e assoluto su di noi e su qualsiasi altra cosa.

Sandro  Bongiani
mostra visitata il 2 giugno  2019


27 maggio - 20 luglio 2019
Sabrina Casadei – Montefantasma 
Galleria Nicola Pedana 
Piazza Giacomo Matteotti, 60  (81100) – Caserta
Interno Palazzo Palladini - piano Terra
gallerianicolapedana@gmail.com







Sabrina Casadei nasce a Roma nel 1985 dove vive e lavora. Nel 2009 si laurea nella cattedra di Pittura all’Accademia di Belle Arti di Roma. Successivamente si trasferisce a Berlino; ora si muove spesso fuori dall’Italia tramite programmi di residenze artistiche. Espone in mostre e fiere nazionali e internazionali, tra cui: 2019 Art Paris Art Fair, Grand Palais, Parigi, Francia; 2018 Selvatico (tredici) Fantasia – Fantasma, Palazzo Sforza, Cotignola (RA); No old thing under the sun (Solo), Eduardo Secci Contemporary, Firenze; MAPS, Societa’ Geografica Italiana, Villa Celimontana, Roma; UNTITLED Art Fair, San Francisco, Usa; 2017 Terre Emerse (Solo), Francesca Antonini Arte Contemporanea, Roma; Invisibili Connessioni – Punctum, Archivio Storico e Museo Italgas, Torino; Malerbe, Istituto di Cultura Austriaco, Roma; Landina, CARS, Omegna (VB); 2016 A Thousand Miles away-Residenze #2 (Solo), AlbumArte, Roma; Bølge (Solo), NKD, Dale Sunnfjord, Norvegia. Residenze: 2019 NES Artist Residency, Skagastrond, Islanda; 2017 Rotes Haus, Artist in residence Kunstsommer Moritzburg, Germania; 2016 NKD, Nordic Artists’ Centre Dale, Dale, Norvegia; 2014 Le CouveNt Artist in Residence, Le CouveNt, Auzits, Francia.





venerdì 8 dicembre 2017

A Caserta la "Magica Concettualità" di Tino Stefanoni


                                         
     

TINO STEFANONI
PITTURA OLTRE LA PITTURA
a cura di Vincenzo Mazzarella, Nicola Pedana e Luca Palermo
testo critico di Valerio Dehò
        intervento di Enzo Battarra,
già curatore della mostra personale dell’artista a Caserta “Magica concettualità"

REGGIA DI CASERTA
Appartamenti storici, retrostanze del ‘700
Vernissage giovedì 7 dicembre 2017 ore 17
Durata: 8 dicembre 2017 | 7 gennaio 2018
Orario: 8,30 – 19,30 - chiusura martedì






La Reggia di Caserta dal 7 dicembre 2017 al 7 gennaio 2018 dedica a Tino Stefanoni (Lecco, 1937) una mostra antologica dal titolo “Pittura oltre la pittura” che si svolgerà negli Appartamenti storici, retrostanze del ‘700 della Reggia di Caserta. Il vernissage è in programma per giovedì 7 dicembre alle ore 17. La mostra è a cura di Vincenzo Mazzarella, Nicola Pedana e Luca Palermo con testo critico di Valerio Dehò. Sarà Enzo Battarra, già curatore della personale dell’artista alla galleria Nicola Pedana di Caserta “Magica concettualità”, a ricordare la figura del maestro. Sarà questa, infatti, la prima mostra che si va a realizzare dopo la recentissima scomparsa del grande artista internazionale, avvenuta sabato 2 dicembre mentre era in corso l’allestimento nella Reggia. Tino Stefanoni era innamorato del Palazzo vanvitelliano e delle sontuose sale, chiedendo lui stesso di potervi esporre. Sarebbe ora felice di poter partecipare al suo vernissage.
Grazie ai prestiti da parte dei collezionisti, l’antologica proporrà per lo più opere inedite mai presentate prima in spazi pubblici. L’esposizione resterà aperta fino al 7 gennaio 2018 tutti i giorni dalle ore 8,30 alle 19.30, martedì chiusa.
Il percorso espositivo cronologico si apre con i lavori nei quali si avvertono le suggestioni della Metafisica di Carlo Carrà che Stefanoni predilige rispetto a quella di Giorgio de Chirico, per la sua capacità di far scoprire la bellezza nascosta nella vita quotidiana. Nel ciclo dei Riflessi (1965-1968), i piccoli rilievi tondi diventano la base per dipingere dei paesaggi in miniatura, in cui già si percepisce la cura al dettaglio che diventerà nel tempo una delle cifre più caratteristiche dell’artista lecchese. A cavallo tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta, Stefanoni intuisce per primo la possibilità di utilizzare la segnaletica stradale nella rappresentazione della realtà, in maniera ironica e distaccata. Nascono così i Segnali stradali regolamentari, al cui interno sono inseriti oggetti-icona che rispondono all’esigenza linguistica, propria di quegli anni, di far conquistare all’elemento visivo territori che appartenevano alla parola. Queste immagini ritornano protagoniste nelle tele degli anni ’70 che mostrano una “metafisica senza mitologia” con oggetti comuni come matite, mestoli, scope, flaconi, giacche e altro, disposti su ordinate fila, sovrapposti o affiancati gli uni agli altri che dialogano con lo spazio vuoto o segnato da linee geometriche. È il caso del ciclo delle Piastre, guida per la ricerca delle cose (1971), sculture che rispettano la bidimensionalità del disegno o della pittura, o delle Memorie (1975-1976) dove le tracce degli oggetti sono replicati dai segni lasciati dalla carta carbone. In questi lavori, il richiamo alla Pop Art svanisce a favore del rigore dell’arte concettuale, alla quale Stefanoni si avvicina già alla fine degli anni ‘70 con Elenco di cose (1976-1983), una serie quadri realizzati con la lente d’ingrandimento, dove soggetti minimali e quotidiani, estranei alla tradizione della pittura come una cucina a gas o una pinza, diventano protagonisti di una ritrattistica quasi maniacale. A questa seguirà quella delle Apparizioni (1983-1984) in cui domina l’essenzialità della linea e la distanza dal colore, con immagini impalpabili come colte attraverso un cielo nebbioso. Come afferma Valerio Dehò, autore del testo in catalogo, “Tino Stefanoni non adopera dei simboli, non vuole far aprire le porte all’ignoto o dell’inconoscibile. La sua apparente freddezza racchiude una passione per tutto ciò che di semplice l’uomo sia riuscito a creare, la sua arte ha pochi coinvolgimenti emotivi in questa fase proprio per l’essenzialità della disciplina platonico-cartesiana ma presuppone la complicità dello spettatore, la sua capacità di farsi sorprendere dall’ovvietà come strada per rileggere l’intera realtà. Il lavoro di Stefanoni è cristallo di rocca da scaldare con lo sguardo”. Dal 1984, con Senza titoloil colore racchiuso dalla linea nera caratterizza le nature morte e le vedute, mai la figura umana. Sono ambientazioni nelle quali Stefanoni recupera, senza mitizzarla, la Metafisica, ma in cui è sempre presente la memoria della lezione di eleganza e rarefazione del Beato Angelico, al quale spesso Stefanoni si richiama per la passione per l’osservazione, legata alla rivelazione delle geometrie segrete tra gli oggetti e gli elementi del paesaggio. Le sue casette, i suoi alberi sono oggetti ridotti all’essenziale, alla semplicità di una forma riconoscibile, quasi illustrativa. Sono elementi della storia dell’arte italiana che diventano icone, per questo devono essere comprensibili, proprio perché hanno dei valori diversi dalla semplice rappresentazione.  I paesaggi o le nature morte che costituiscono gran parte del lavoro di Stefanoni non vogliono spiegare o raccontare, quanto rappresentare uno stato delle cose. 
Anche le sue più recenti Sinopie, richiamando la tecnica dell’affresco, riflettono questo suo inserimento nella classicità del dipingere e aprono a delle forme di azzeramento del colore e dei contorni dei paesaggi, fino a diventare semplice pittura, sempre alla ricerca dell’essenzialità. Accompagna la mostra un catalogo edito dal Comune di Lecco con, oltre ai testi istituzionali, un saggio critico di Valerio Dehò.





TINO STEFANONI, nato nel 1937 a Lecco, dove si è spento il 2 dicembre 2017, aveva studiato al Liceo Artistico Beato Angelico e alla facoltà di architettura del Politecnico di Milano. Dopo alcune mostre fra il ‘63 e il ‘66, la sua vera e propria attività artistica è iniziata nel 1967 con il conseguimento del 1° Premio San Fedele di Milano, importante rassegna per giovani artisti, della cui giuria facevano parte anche il conte Panza di Biumo e Palma Bucarelli. Da allora ha esposto in numerose gallerie private italiane e straniere, spazi pubblici e museali, manifestazioni internazionali (Biennale di Venezia 1970 e 2011).
Spazi pubblici e Musei: 1977 Palazzo dei Diamanti, Ferrara; 1979 Castello di Portofino; 1981 Museo ICC, Anversa; 1990 Museo Koekkoek, Kleve; 1992 Stadtgalerie, Sundern; 1994 Museo di San Marino e Villa Manzoni, Lecco; 1996 Palazzo Civico, Sarzana e Istituto Italiano di Cultura, Parigi; 1997 Istituto Italiano di Cultura, Chicago; 1999 Chiostri di San Domenico, Reggio Emilia e Galleria San Fedele, Milano e XIII Quadriennale di Roma, Palazzo delle Esposizioni, Roma; 2000 Museo di Tortolì; 2002 Palazzo Forti, Verona; 2003 Trevi Flash Art Museum; 2005 XIV Quadriennale di Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma; 2006 Palazzo Pubblico Magazzini del Sale, Siena, unito alla creazione del Drappellone del Palio del 16 agosto  2006; 2007 Casa del Console, Calice Ligure; 2008 Galleria d’Arte Moderna di Valdagno; 2011 Galleria Civica Ezio Mariani, Seregno; 2013 Galleria Gruppo Credito Valtellinese Refettorio delle Stelline, Milano; 2014 Università Bocconi, Milano e Palazzo Parasi, Cannobio.