giovedì 12 aprile 2018

MARCELLO DIOTALLEVI / In forma di viaggio, francobolli e lettere da Citera.



SPAZIO OPHEN VIRTUAL ART GALLERY

 

MARCELLO    DIOTALLEVI
“In forma di viaggio, francobolli e lettere da Citera"

a cura di Sandro Bongiani

Dal 18 aprile 2018 al 1 luglio 2018
Inaugurazione:  mercoledì 18 aprile  2018,  ore 18.00

“In forma di viaggio, francobolli e lettere da Citera” è il titolo della mostra personale  che lo Spazio  Ophen Virtual Art Gallery di Salerno dedica a Marcello Diotallevi, uno dei più interessanti   artisti contemporanei italiani nati negli anni quaranta, che per questa  mostra  presenta  42 opere (24 Francobolli d’artista  e 18 Lettere da Citera)  realizzati  tra il  1984  e il  2012, oltre quarant’anni di ricerca, dagli esordi figurativi dei primi anni ’80 fino a oggi.




Marcello Diotallevi, classe 1942, sul finire degli anni Settanta ha iniziato le sue irruzioni nell’area della Poesia Visiva, utilizzando le lettere dell’alfabeto per accumuli, disseminazioni liberati da qualsiasi senso  e significato letterale, e in questi ultimi anni, anche del recupero del colore  e dell’uso gioioso della pittura. Artista di voli a cielo aperto di  “parole al vento”,  di  insolite lettere senza destinatario che ritornano al mittente; lettere in cui l’accumulazione grafica di simboli di tipo grafico creano nuove associazioni sempre imprevedibili e nuove,  disarticolando il linguaggio  e riducendolo a pezzi. L’intera produzione  dell’artista di Fano nasce dall’ibridazione dei linguaggi fino a sconfinare con convincente disinvoltura nella poesia visiva. Di questi ludici interventi provocatori   ne è responsabile Marcel Duchamp artista amato da Marcello per la componente estetica e concettuale. Decisamente rigorosi appaiono i francobolli d’artista e le Lettere da Citera presenti in questa mostra personale che l’artista ha creato  durante  la sua lunga e intensa attività. L’attenzione verso il francobollo d’artista di piccolo formato nasce nel 1984  con un francobollo “Jeune Peinture”, con fiaba al vento,  presentato al Grand Palais di Parigi. Tutti i francobolli presenti trattano temi fantastici, ironici e soprattutto sociali  in linea con la poetica  pungente  e immaginifica dell’artista fanese. Anche le lettere da Citera, opere realizzate su carta (cm 21x30) con tecnica di dattilografia su foto xerografia, rispettano questa attenzione e rigorosa severità alla composizione e al poetico messaggio nascosto e ibridato tra i lineamenti  definiti del corpo. Dedicate alla donna, nascono per essere lette e magari decifrate. Francobollo, lettera e lettere dell’alfabeto diventano così gesto d’amore e nel contempo  veicolo alla ricerca di un ipotetico destinatario. Una sorta di volo poetico  dentro la fantasia e l’incanto  con   la messa a fuoco di  presenze che cercano di esercitarsi al viaggio e  condividere l’in-definito. Lettere dal destino vago relazionano tra gli oscuri anfratti della mente con immaginari  francobolli in attesa che qualche  possibile destinatario possa decrittare gli oscuri presagi della parola, si aggrappano avidamente all’immaginazione e si lasciano trasportare al flusso delle correnti, coscienti  di non poter essere più significato compiuto ma  sola  presenza e indizio sfuggente.    





BIOGRAFIA 

Marcello Diotallevi è nato nel 1942 a Fano. E' vissuto per lungo tempo a Roma dove per un decennio ha esercitato l'attività di restauratore presso il Laboratorio di Restauro in Vaticano. Ha inizio in quegli anni anche la sua attività artistica all'insegna dell'irrequietezza. Come pittore prima, poi come scultore nei primi  anni Settanta, quindi per qualche tempo si occupa di grafica e infine inizia a scrivere. Sul finire degli anni Settanta hanno inizio le sue incursioni nell'area della Mail Art e della Poesia Visiva di cui è tuttora un impegnato protagonista. In oltre un quarto di secolo di attività artistica ha collaborato con suoi interventi a libri e riviste nazionali e internazionali. Nel corso del tempo ha tenuto varie mostre personali nelle maggiori città italiane, partecipando nel contempo a esposizione collettive in tutto il mondo. Fa parte del gruppo di intervento artistico "I metanetworker in spirit". Si occupa in prevalenza di installazione, Poesia Visiva e Mail Art. E' l'autore della copertina della Guida al Musée National d'Art Moderne - Centre Georges Pompidou di Parigi (Hazan Editeur 1983). Nel 2003 riceve l'invito a tenere una performance nella Sezione "Extra 50" della 50esima Edizione Internazionale d'Arte - Biennale di Venezia ma, non essendo egli un performer, declina l'invito. Nel 2007 è stato invitato alla 52esima Biennale di Venezia e poi nel 2011 alla 54 Biennale di Venezia, Padiglione Tibet, a cura di Ruggero Maggi. Dal 1974 vive e lavora a Fano.




MARCELLO  DIOTALLEVI
 “In forma di viaggio, francobolli e lettere da Citera"
SPAZIO OPHEN VIRTUAL ART GALLERY
Via S. Calenda, 105/D  - Salerno
Salerno Tel/Fax 089 5648159    
e-mail:  bongiani@alice.it     
Orario continuato tutti i giorni dalle 00.00 alle 24.00



Artistamp dell'artista salernitano Domenico Ferrara Foria, creato appositamente 
per questa mostra personale a Salerno.

Mostra Personale di Ernesto Terlizzi a Cracovia







Fiori di terra e di fuoco
Mostra personale di Ernesto Terlizzi
 A cura di Lorenzo Canova
13 - 30 Aprile 2018


OPENING venerdì 13 aprile alle ore 18. 00
 Istituto Italiano di Cultura UI. Grodzka, 49 – 31-001 Cracovia







“Fiori di terra e di fuoco” è il titolo della mostra personale di Ernesto Terlizzi che dopo la prima tappa a Matera, Capitale Europea della Cultura 2019 dello scorso settembre, presso Arti Visive Gallery, approda ora in Polonia ospitata dall’Istituto di Cultura Italiano a Cracovia.

L’esposizione polacca si arricchisce di ulteriori cartoni eseguiti nel 2017 e realizzati su varie superfici cartonate bianche, di diverso spessore tattile, quasi in una sorta di terra bruciata tra luci ed ombre, ferita da tagli ed abrasioni, segni e strappi. Così facendo, l’autore campano, dimostra di affinare sempre più l’indagine polimaterica, saldata come sempre, dal suo inconfondibile segno grafico che anche qui, si conferma come il suo più affidabile riconoscimento espressivo. 

L’autore italiano infatti, anima questi cartoni di forti contenuti riguardanti la vita, l’uomo e la realtà circostante: qui rispetto alle fasi precedenti, Terlizzi lavora in modo ancor più sintetico, presentando opere di intensa e icastica energia progettuale ed esecutiva. Così facendo, riesce a dare in modo contemporaneo, un ulteriore spinta alla sua originale ricerca sui materiali di recupero, e alla denuncia sulle problematiche che affliggono non soltanto i suoi luoghi di origine. E tutto ciò, grazie ad una sua particolare astrazione densa di profondi rimandi ed allusioni sui disastri ambientali mediante il vissuto dell’uomo.

A tal proposito Il curatore della mostra Lorenzo Canova così scrive in catalogo ……”Terlizzi imprime la fiamma di una religiosità solenne ed arcaica a una pittura che si fa tattile e tridimensionale, entrando in dialogo diretto con lo spazio della vita e con l’interazione dello spettatore, espandendosi ed uscendo dal limite del supporto grazie ai materiali che l’artista inserisce sulla sua superficie,- che divengono presenze preziose nel suo palinsesto di pennellate, incisioni, annerimenti e ossidazioni.

Terlizzi, in questo modo, oltrepassa la spessa scorza del visibile e scende nel cuore pulsante di una materia che ci parla della vita segreta del mondo, scava nelle sue profondità per estrarne il nucleo sacrale che collega alla sua dolente e partecipata idea visiva dove il fare artistico torna ad essere un deciso e potente gesto morale ed esistenziale, che allude a una rinascita possibile della Natura, a una nuova germinazione risorta dalle ceneri, a una rinascita civile e culturale in cui, come un fiore purissimo di terra e di fuoco, l’Arte riscopre la forza del suo antico valore etico”

Il catalogo oltre al testo del curatore Lorenzo Canova è arricchito anche dalle testimonianze dello scrittore Raffaele Nigro e dei giornalisti Erminia Pellecchia e Paolo Romano












ERNESTO TERLIZZI dopo gli studi presso il liceo artistico e l’Accademia di Belle Arti di Napoli è presente, dalla fine degli anni 60, nel panorama artistico nazionale ed internazionale con personali, mostre di gruppo e premi. Tra le numerose mostre personali si citano quelle di: Firenze 1979 Galleria inquadrature; Napoli 1980 Galleria S. Carlo; Bergamo 1981 Galleria Fumagalli, Venezia/Mestre 1985 Galleria Plus Art, Spoleto 1986 Studio Emanuela Duranti; Napoli 1989 Istituto Francese Le Grenoble; 1990 Macerata Museo Comunale; 2010 Roma Galleria Consorti e 2013 Studio S; Gazoldo Degli Ippoliti (Mantova) 2012 Museo d’Arte contemporanea; Ferrara 2013 Galleria del Carbone; Milano 2014 Spazio Tadini. È stato presente per varie edizioni nei più prestigiosi Premi italiani e nel 2011 è stato invitato ad esporre nella mostra “Lo Stato dell’Arte Campania” all’interno della 54 Mostra internazionale d’arte contemporanea di Venezia. Molti sono i critici e gli intellettuali che hanno scritto delle sue opere inserite in numerose e diverse collezioni pubbliche e private.







Le opere:
Ernesto Terlizzi senza titolo, cm 26x36













(Archivio Ophen Virtual Art di Salerno).


giovedì 5 aprile 2018

Pavia, Giovanni Manzo e l’Impressionismo contemporaneo


Dal 7 aprile al 21 Aprile 2018 Libreria Edizioni Cardano a Pavia presenta la mostra personale dell’ artista napoletano “Giovanni Manzo e l’ Impressionismo contemporaneo”

Sarà la prestigiosa e storica libreria pavese a presentare la mostra personale dell’ artista napoletano Giovanni Manzo e l’ originale stile pittorico che l’ artista ama chiamare Impressionismo contemporaneo.
In libreria verranno presentati una ventina di lavori ad olio e acrilico di piccole e medie dimensioni, tra i quali alcuni quadri che fanno parte della nuova produzione.
“Ho accolto con entusiasmo l’ idea dell’ editore Fausto Pellegrin di presentare i miei lavori nella sua prestigiosa libreria. Il connubio cultura e arte e’ perfetto per introdurre al pubblico alcuni nuovi quadri dove la figurazione appare ancora piu’ sintetica rispetto a quella precedente” dice Giovanni Manzo

L’ “Impressionismo contemporaneo” e’ il genere pittorico concepito dall’ artista Giovanni Manzo al fine di catalogare il suo personale modo di figurare. Anche se i primi quadri videro la luce agli inizi del 2000, gia’ molto tempo prima l’ artista amava cosi’ descrivere il suo lavoro.

Fotografia, grafica e pittura sono i cardini fondamentali attraverso i quali l’ artista esprime il suo originale modo di figurare. E’ un lavoro ispirato alla relativita’ dei punti di vista con i quali l’ uomo contemporaneo interpreta il mondo e le sue problematiche.

“Cio’ che puo’ sembrare astratto non e’ altro che un piccolo pezzo di un disegno piu’ grande” dice Giovanni Manzo “e cio’ che da lontano puo’ sembrare perfetto, da vicino e’ in realta’ incomprensibile”

La necessita’ artistica del pittore e’ quella di ridare al mondo, attraverso questa nuova tecnica, nuove forme, diversi punti di vista e contemporaneita’. Le immagini dei quadri di Giovanni Manzo sembrano perfette viste da lontano e astratte quanto piu’ lo spettatore si avvicina. Linee, punti, quadri determinano movimento, luce, forme.




BIOGRAFIA
Giovanni MANZO è nato nel 1966 a Napoli dove vive e lavora.
Pittore riconosciuto in Italia ed all' estero per la sua pittura innovativa che fonde armoniosamente tre tecniche dell’ arte : fotografia , grafica e pittura . I suoi oli su tela in bianco , nero e varie tonalita' di grigio sono un omaggio alla fotografia d’ autore ; la grafica conferisce all’ immagine la contemporaneita’ e la modernita’ , mentre la pittura la rende umana in una visione romantica che appartiene alla storia della cultura napoletana . Napoli e’ la citta’ che predilige dipingere rivisitandola in chiave moderna come mai nessun artista aveva intuito prima . La tecnica adottata segna un punto di rottura con la figurazione tradizionale napoletana e rende moderne e suggestive le strade piu’ caratteristiche e storiche della citta’, proiettandola , cosi’ , nel mondo in una visione del tutto nuova . Il profondo senso di appartenenza del pittore a Napoli rende necessario , infatti , un nuovo modo di descriverla per rilanciarla culturalmente nel mondo , attraverso la documentazione storica di scene reali che accadono quotidianamente in citta’ , cogliendone appieno la verita’ e la antichissima storia delle architetture . In ogni tela il movimento e’ espresso dalla naturalezza dei personaggi e delle cose ; la citta’ e’ colta di sorpresa dallo scatto fotografico esprimendo cio’ che , erroneamente , potrebbe sembrare “ caos “ , ma che e’ in realta' il cuore e la storia di una delle piu’ antiche citta’ del mondo .

ESTRATTO CRITICO
L’opera rappresenta scorci metropolitani , la semplice verita’ del quotidiano , la concretezza della vita cittadina nei suoi banali, ripetuti e, talvolta , inconsapevoli gesti .
E’ un lavoro sugli opposti : il bello di un edificio , di una pavimentazione stradale storica , di un porto marittimo , di una cattedrale e il brutto di un insegna , di un tetto abbruttito da un mucchio di antenne selvagge , del traffico automobilistico ; il grande di una metropoli vista dall’ alto ed il piccolo di un tipico vicolo napoletano ; l’esterno di un borgo marinaro , di un lungomare assolato e l ‘ interno di un basso spiato , della vita familiare su un balcone.Il bianco ed il nero . Tutto e’ contrasto : luce ed ombra . Ma , tutto e’ uniformato , proprio dal bianco e nero .Utilizzare il colore e’ scelta sociologica , perche’ rivela la cruda realta’ , invece , il non colore , il bianco e nero , che tutto uniforma , e’ lirica , da un tocco assorto e poetico alla realta’ del contesto urbano , del vicolo : elimina ogni contrasto sociale e storico , in una armonia di colore , forma e azioni . La drammatica verita’ del quotidiano , la concretezza della vita brulicante della citta’ , dei suoi quartieri storici e popolari , nei suoi lividi contorni , danno un ruolo , conferiscono una identita’ ad ogni personaggio , una storia ad ogni figura rappresentata , nell’ attimo stesso in cui riproposta sulla tela viene “ fissata” ; un armonia all’ insieme ...]
[...L’ artista sembra cogliere attraverso l’ immagine pregi e difetti della societa’ , ma superando l’ arte della provocazione o della delusione riesce a costruire una poetica nuova della realta’ della sua citta’.L’ approccio dell’ artista rimane quello di un paesaggista tradizionale . Le tele sembrano iper realista senza esserlo . Il ritorno al paesaggio napoletano mostra l’ anima della citta’ : la bellezza paesaggistica e storica e l’ atmosfera metropolitana si sono fuse dando un immagine nuova ...] Anna Faraci


Libreria Edizioni Cardano
Via cardano, 48/52
27100 Pavia
+39 0382 23377
info@cardano.it
www.cardano.it
"Pavia"
Acrilico su tela
80 x 80 cm.
Giovanni Manzo Arte
In esposizione presso Libreria Cardano - Pavia
"Voodoo child"
Acrilico su tela
80 x 80 cm.
Giovanni Manzo Arte
In esposizione presso Libreia Cardano - Pavia

domenica 1 aprile 2018

IL MISTERO DELLA TRASFIGURAZIONE DI RAFFAELLO SANZIO







Il mistero della resurrezione e della rinascita
 “Il terzo giorno” (dalla sua morte) Gesù risuscitò a una vita nuova. La sua anima e il suo corpo, pienamente trasfigurati dalla gloria della sua Persona divina, tornarono a unirsi. L’anima assunse di nuovo il corpo e la gloria dell’anima si comunicò pienamente al corpo. (Compendio, 129).




LA  TRASFIGURAZIONE DI RAFFAELLO SANZIO




La Risurrezione di Cristo è un mistero.

La Trasfigurazione è un dipinto a tempera grassa su tavola (410x279 cm) di Raffaello, databile al 1518-1520 e conservato nella Pinacoteca vaticana. È l'ultima opera eseguita dall'artista prima di morire, rimasta incompleta è stata completata nella parte inferiore da Giulio Romano.  Il quadro fu commissionato nel 1517 a Raffaello dal cardinale Giulio de' Medici, il futuro papa Clemente VII, per essere destinato alla cattedrale di Narbona, città di cui il cardinal de' Medici (futuro papa Clemente VII) era divenuto vescovo nel 1515. La critica moderna ha confermato il racconto del Vasari che, indicando la Trasfigurazione come ultima opera di Raffaello, aveva scritto: “Di sua mano, continuamente lavorando, (la) ridusse ad ultima perfezione”. La costruzione dell'opera tiene conto di due diversi punti di vista prospettici e narrativi: la certezza del Signore e le inquietudini dei discepoli che, ai piedi del monte, non sanno risolvere i problemi concreti della vita  legati alla guarigione dell'ossesso. 

venerdì 30 marzo 2018

Bongiani Museum Project 2018, Museo Marino Marini di Firenze




Bongiani Museum

 Virtual and interactive Art


Idealmente dedicato al Museo Marini di Firenze




Logo del Progetto
Il Museo Virtuale 
con l'arte in punta di mouse







Un nuovo modo di intendere  e percepire il Museo



 Premessa: 


un Museo evoluto e innovativo di arte deve mettere necessariamente insieme i campi della tecnologia e dell’arte, tra innovazione tecnologica e il potenziale artistico. Non soltanto l’utilizzo dello spazio fisico  ma la diffusione della realtà virtuale  che di fatto ha creato una rivoluzione visiva modificando radicalmente sia la nostra percezione delle immagini, sia la nostra relazione con la realtà. Gli spazi  virtuali possono suggerire mondi immersive  sperimentabili direttamente. I visitatori si immergono nella percezione del dato virtuale e in tal modo vengono coinvolti fisicamente tramite elementi interattivi che modellano già  il nostro presente e  sicuramente il nostro prossimo futuro. In un progetto  di un museo immaginario virtualità e realtà sono quindi strettamente collegati tra loro, con l’esigenza di mettere in collegamento  spazi fisici con gli spazi immaginari.



La descrizione: 


Per tale motivo, partendo idealmente come prototipo base dalla mappa del piano terra del Museo Marino Marini di Firenze  è stato ideato  un percorso espositivo  immaginario di opere con 12 mostre già svolte da noi  in 12 spazi che possono essere ulteriormente divisi anche in  tre rispettive sale ciascuno, al fine di rendere la complessa relazione tra spazi virtuali e fisici del museo materialmente percettibile per il pubblico. In una società che fa affidamento sull'innovazione tecnologica i musei e l’ esposizioni come questa sono necessari per  far conoscere  in modo interattivo a 360° l’arte in tutto il pianeta terra. Il Progetto Bongiani Museum da noi  ideato con  una piattaforma online, si rivolge proprio  alle fondazioni  e ai musei oltre che agli utenti dell’arte, ben sapendo di dover investire  sulle nuove tecnologie.  Il gioco e la visita  interattiva è destinata a un pubblico italiano e internazionale di tutte le età con lo scopo essenziale di incuriosire  e invogliare a visitare concretamente  il museo.



L’interfaccia Virtuale:

Con l’attuale  interfaccia  interattiva preposta tra startup e cultura, il museo del futuro risulta uno spazio virtuale veloce capace di rispondere alle esigenze concrete degli utenti del web e far conoscere l’arte in modo semplice,  diretto e “democratico” ad un pubblico sempre più vasto e interessato. Uno spazio sempre aperto; non ha una superficie fisica ma  solo virtuale, ed è visibile 24 ore su 24 in tutto il mondo.  Questa nuova straordinaria realtà  sperimentale che usa  al meglio le tecnologie esistenti per innovare, crediamo, possa essere concretamente di aiuto alla diffusione e alla conoscenza degli eventi  e delle proposte culturali attivate in qualsiasi  museo reale. Del resto, un progetto come questo risulta  innovativo non solo perché fa cose nuove ma anche e soprattutto perché fa cose in modo nuovo applicando nuovi paradigmi e una nuova filosofia culturale.   




Ingresso Virtuale


Home Page



Le sale del Museo Virtuale







L’idea di un Flipper-museo

Come ipotesi di base abbiamo immaginato di utilizzare l’idea del gioco di un flipper, con una pallina metallica dal significato ludico e nello stesso tempo altamente tecnologico che diventa il simbolo ideale di un percorso espositivo  museale.  Utilizzando come ipotesi progettuale la mappa reale del piano terra del Museo Marino Marini di Firenze abbiamo immaginato una piattaforma  prototipo simile ad un flipper con 12 sale espositive. (in ambito virtuale le sale potrebbero essere molte di più). 

Cliccando con il mouse nell'apposito numero di sala si ha la visione delle opere in modo immediato e interattivo. La visione di un museo virtuale come questo permette di relazionare con un grande numero di utenti in varie parti del globo, che  seduti anche a casa su un divano possono permettersi di visionare e conoscere le opere in vista di un probabile  viaggio alla scoperta del reale  museo prescelto. Di certo, un contributo concreto e fattivo alla diffusione capillare dell'arte di un museo.




Pianta  del Museo Virtuale Bongiani




La pagina base del Bongiani Museum 

   


INIZIO

oppure:




Cliccando sul numero della sala  parte la pallina  con annesso il tipico suono d'inizio che percorre il percorso più breve per arrivare a destinazione.  

Sound avvio:


colpisce il numero della sala,  
si sente un nuovo suono che segnala   l'obiettivo raggiunto.
https://www.zedge.net/ringtone/f2b60408-5b92-3393-85f5-dc95a05684d5



la pallina di metallo 
diventa rossa con il logo del museo rappresentato.





Sound  di accesso alle opere: 


Da questo  momento si apre la schermata della sala  con la relativa visione delle opere  inserite. ( in ogni parete vi possono essere max 6 opere per un totale di 24 opere per sala. Nulla vieta di inserire un numero inferiore di opere). 






I VARI  STEP  
DESCRITTIVI DEL PROGETTO:


SI ENTRA NELLA SALA INTERATTIVA SCELTA:




 inizia la visita virtuale alle opere presentate
in una sala interattiva del Bongiani Museum




Ingrandimento di un'opera presente nella sala





le opere nelle sale 
interattive del museo virtuale





 VERIFICA  L'INTERATTIVITÀ' 
DI UNA  DELLE MOSTRE VIRTUALI 
PRESENTI  IN QUESTO PROGETTO 

Visit.
Crucifixion – Shozo Shimamoto 









© Collezione 
Bongiani Art Museum
Startup  no-profit 
della Collezione Bongiani di Salerno 
http://www.collezionebongianiartmuseum.it/